MAGARI SPOSI & LE SCALOPPINE AL LIMONE AROMATIZZATE CON ROSMARINO

Resterà un’utopia.
Non si avvererà mai.
Ma lo desidero tanto, e a volte mi capita di lasciarmi andare ai sogni.

Parlo del mio matrimonio.
Con il Paffu, naturalmente.

Lo immagino intimo e lontano dai nostri problemi quotidiani.
Celebrato a Scicli, in un palazzo barocco di via Mormino Penna.
In una fresca mattina di giugno, durante le nostre ferie.

Siamo riposati, tranquilli.
La pelle un po’ raggrinzita dal sole, e non solo da quello, ma abbronzati e sorridenti.

Non riesco a pensare a un Andrea in abito da cerimonia.
Per quanto mi sforzi, continuo a vederlo in jeans e camicia azzurra.
Ma va bene così, perché questo è l’uomo di cui, quindici anni fa, mi sono innamorata.
E -nonostante gli immancabili difetti- non lo vorrei diverso di una virgola.

Neanch’io riesco a figurarmi in pompa magna.
Ho scelto un vestito semplice. In lino, rigorosamente non bianco. Max Mara, naturalmente.
Scarpe bassine, perché con i tacchi non ci so camminare.
Niente fiori: nella mano destra, stringo la vecchia pochette della mia mamma.

A Verona nessuno sa di questo matrimonio in sordina.

Non è il sindaco, ma un suo sostituto, a celebrarlo.
Sono due amici sciclitani a farci da testimoni.

Vengono lette le formule di rito.

Ci scambiamo gli anelli.
Per me, rilucidata per l’occasione, la vecchia fedina d’oro bianco regalatami dal Paffu tanti anni fa.
Usata, ma ricca di significato.

La cerimonia dura un istante.
Un po’ di firme.
Un po’ di convenevoli con i presenti.
Poi, ci dirigiamo verso la luce che entra dal grande portone.

Siamo noi due.
Mano nella mano.
Come sempre nella vita.

Ma accade qualcosa di inatteso: si sentono voci, fuori dal palazzo, si intravedono persone e bambini.
Due spilungoni che camminano trascinando i piedi e tre teppistelli vestiti di bianco e blu ci vengono incontro.
La nostra famiglia è qui!!!

Usciamo nel sole abbracciati ai nipoti grandi e tenendo per mano i piccolini.
Commossi, salutiamo le persone care che ci hanno fatto la sorpresa di essere con noi in questo momento.

Il pranzo, naturalmente, è al Baqqalà, sotto i mascheroni di palazzo Beneventano.
Come sempre, Genny -lo chef- è costretto a fare i salti mortali per noi.
Come sempre, lo ringrazio di cuore.

Per tutti, menù a base di pesce.
A me, la rompiballe che da sempre rifugge dai prodotti ittici, caponatina e scaloppe al limone.

La torta degli sposi non era prevista.
Per dessert, cannolo scomposto: piccole cialde croccanti intervallate da crema alla ricotta.

Secondo le indicazioni del cuoco, lo mangio con le mani.
Prendendo un dischetto di pasta, mi cade un po’ di crema.
La raccolgo con la punta dell’indice.

Mentre recupero il dolce impasto tra le labbra, un raggio di sole illumina mia fedina luccicante.

La guardo.
Sorrido.
Chiudo per un attimo gli occhi.
E penso a quanto sono felice.

Peccato sia solo un sogno…

LE SCALOPPINE AL LIMONE AROMATIZZATE AL ROSMARINO

PREPARAZIONE: 5 min
COTTURA: 30 min
PORZIONI: 4

CHE COSA SERVE?

  • 20 g di BURRO
  • 2 cucchiai di OLIO EXTRA VERGINE di OLIVA
  • FARINA 00 q.b.
  • 8 fettine di VITELLO
  • SALE
  • 600 ml di ACQUA BOLLENTE circa
  • 1 cucchiaino di DADO VEGETALE BIMBY (oppure 1/2 di DADO VEGETALE di altro tipo) circa
  • 1 rametto di ROSMARINO
  • 1 LIMONE (la scorza grattugiata e in zeste + il succo) circa

COME FACCIO?

  1. IN UNA PADELLA antiaderente, riscaldo il BURRO e l'OLIO.
  2. INFARINO sui due lati le FETTINE di VITELLO, le metto in padella e le faccio dorare.
  3. AGGIUNGO l'ACQUA BOLLENTE, il DADO VEGETALE, una cucchiaiata di FARINA 00, il succo del LIMONE (da mezzo a un limone in base a quanto le preferisco acide) e il rametto intero di ROSMARINO.
  4. FACCIO CUOCERE a fiamma medio-bassa per circa 20 minuti. Eventualmente unisco altra acqua e ancora un po' di dado.
  5. AGGIUSTO di SALE, distribuisco sulle scaloppine la SCORZA di LIMONE grattugiata e in zeste.
  6. POSSO servirle immediatamente oppure conservarle in frigo per servirle in seguito.

I MIEI APPUNTI

FONTE: L'idea di accostare il rosmarino al limone nelle scaloppine me l'ha data Genny Renato, lo chef del magnifico ristorante Baqqala, a Scicli (RG). Non so se lui le cucini come ho fatto io: quello che vi propongo è il protocollo della mia nonna Carolina. Ringrazio entrambi per questo piatto semplicissimo, comodo (lo si può preparare in anticipo) ma, sopratutto, delizioso.

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2 Comments

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    Mila 3 Agosto 2017 (10:43)

    Per un attimo sono tornata indietro di un paio di settimane alle vacanze col mio compagno non distanti da Scicli (sono però passata quando mi ha portato a visistare Ragusa) e mi sono quasi sentita investita dal tuo sogno….
    Bello partecipare così seppur irrealmente al tuo matrimonio….non vedo l’ora che arrivi il dolce!!!!
    E con tutto il cuore ti auguro che i tuoi sogni si avverino!!!!
    Un abbraccio da chi da ha rincominciato a sognare…e grazie a questi sogni a ridere ed essere felice.

    • comment-avatar
      Pane per i tuoi denti 3 Agosto 2017 (11:58)

      Sei veramente cara, Mila!
      Anche a te auguro -e di cuore- sogni avverati e dolci deliziosi.
      Anzi, ti auguro sogni dolcissimi…
      Un bacio grande.

      Valeria