COINVOLGENTI NOTE (OVVERO: A PROPOSITO DI HIERONYMUS BOSCH, PARTE PRIMA) & LA ZUPPA DI LENTICCHIE


Salvo Montalbano e Petra Delicado: siamo già al terzo episodio, e la situazione incomincia a farsi pepata.

Tra l’altro, si scopre che Petra è iscritta a una serie di webinar dedicati all’arte. Saranno mica quelli della Ale?

I nuovi “appunti raccontati” sono dedicati a Hieronymus Bosch. E accompagnati dalla ricetta della zuppa di lenticchie come la fanno nella Tuscia.


La locandina della mostra BOSCH E UN ALTRO RINASCIMENTO a Palazzo Reale (MIlano)

COINVOLGENTI NOTE (a proposito di Hieronymus Bosch)


“Ciao, Petra”.

Montalbano spedisce il messaggio digitando con la mano sinistra, mentre con la destra continua a firmare i documenti contenuti in una carpetta grigia.

“Ciao, Salvo” è l’immediata risposta di Petra su WhatsApp, “Come stai?”

“Bene. Ti disturbo? Stai lavorando?”

“No, sono casa. Ho preso il Covid”.

“Accidenti, mi dispiace! Stai male?”

“Qualche linea di febbre. Mal di gola. Tosse, cattivissima la notte. E poi bisogna far passare le giornate”. L’ispettore Delicado, distesa sul divano, istintivamente si ravvia i capelli e stende con le mani il plaid avorio che le copre le ginocchia.

“Giusto. Immagino che ti annoi”.
Per il commissario è difficilissimo trascorrere del tempo senza lavorare.
Lo sa bene Livia, che, per poterlo vedere, deve lasciare Boccadasse e raggiungerlo in Sicilia.

“Beh, a dire la verità non sono proprio disoccupata. Riordino gli appunti”.

“Di qualche caso interessante?”

“Dei webinar di arte”.

Montalbano sorride, sornione, mentre appoggia sopra libreria al suo fianco la cartella con i documenti firmati.
Ecco il perché della sua cultura artistica, riflette.

“Che argomento stai studiando?”
Il messaggio, apparentemente disinteressato, nasconde in realtà una punta di invidia.

“Hieronymus Bosch”, è la risposta di Petra.

Minchia, c’è la mostra a Milano, potrebbe essere l’occasione per incontrarla.
Il commissario inizia a digitare una frase, la cancella.
Poi un’altra, e cancella anche questa.

Alla fine, si decide: “Interessante! Li manderesti anche a me, i tuoi appunti? Avevo intenzione di venire a Milano per la mostra a Palazzo Reale”.
E intanto si chiede: Abboccherá?

Qualche minuto -eterno- di attesa.
Poi un “Volentieri” seguito dalla frase “Te li invio per e-mail”.

Non ha abboccato.
Montalbano getta con disappunto sul piano della scrivania la penna che ha in mano.
La statuetta del tuffatore traballa, colpita di striscio dal proiettile.

“Ti mando il mio indirizzo?”, domanda.

“Ce l’ho”.

“No, non quello del commissariato. Il mio indirizzo e-mail personale”.

“Ho anche quello”.

Come faccia questa donna ad avere un indirizzo che solo Livia e la mia banca conoscono, è un mistero.
Ma la cosa mette il commissario di buon umore.

Il pomeriggio, a casa, Salvo riesuma dal fondo dell’armadio l’Acer dismesso dalla fidanzata.
Un computer vecchiotto, ma più che sufficiente per scaricare la posta personale.

Eccola lì, la mail di Petra.
Montalbano clicca sull’oggetto con una punta di emozione.
Emozione subito spenta dalle parole di accompagnamento “In allegato gli appunti richiesti”.

La voglia di spegnere il dispositivo senza aprire il documento è tanta, ma è tanto anche l’interesse per Bosch: un artista che fece dell’originalità la propria cifra stilistica.

Il commissario incomincia a leggere.

Salvo cerca tra le righe un significato che desidererebbe tanto ma che non trova.
A labbra strette, continua la lettura.


HieronymusBosch, San Giovanni Battista in meditazione (1489 circa)

“Esiste un altro Rinascimento ed è quello fiammingo, a cui Hieronymus Bosch (1453-1516) appartiene per nascita, ma anche per cultura.
Una cultura che conosciamo poco ma che invece è fondamentale per inquadrare l’artista e per provare a risolverne il mistero.

FRECCIA che punta verso il basso

È un Rinascimento, inteso in senso strettamente artistico, che nasce quasi contemporaneamente a quello italiano.
Con esso dialoga e con esso condivide la concezione dell’uomo al centro del proprio mondo: uomini e donne protagonisti dei loro quadri, nei loro ambienti e circondati dalle loro cose.

Un Rinascimento,, che -a differenza di quello italiano- rinuncia all’iconografia classicista e luminosa in favore di scenari angoscianti e deliranti.

DA RICORDARE (con tre punti esclamativi)

Il DETTAGLIO (maiuscolo ed evidenziato in rosa) è la caratteristica che connota la pittura fiamminga, e che viene esaltata al massimo dal moderno utilizzo della pittura a olio.

Rispetto agli Italiani, che hanno una visione più ottimistica, i Fiamminghi mantengono qualche zona più cupa, come se una certa idea di peccato aleggiasse sempre su di loro.

Gli artisti italiani riescono a pensare all’uomo in modo laico, senza negare la presenza del divino e neppure l’istituzione della Chiesa. La loro fiducia è tale che, anche quando gli scenari politici ed economici degenerano, il messaggio che propongono tocca il suo punto più alto, con le opere di Leonardo, Michelangelo e Raffaello.

DUE FRECCE, una che punta verso il basso, l’altra rivolta in alto

Nelle Fiandre, invece, il Rinascimento nasce come sviluppo del Gotico cortese, e si evolve nelle nuove forme del XV secolo.
Ciò avviene “sotto il segno di Bruges”, la Firenze delle Fiandre -città ricchissima, crocevia di scambi internazionali- che diventa una delle capitali itineranti dei duchi di Borgogna, sovrani illuminati capaci di intuizioni straordinariamente moderne.

PAROLA CHIAVE

È ORDINE (maiuscolo ed evidenziato in giallo) la parola chiave di questo Rinascimento nordico.

Ma quando, verso la fine del Quattrocento, dopo la morte di Filippo il Buono e la fine del Ducato di Borgogna, questo ordine incomincia a vacillare, l’inquietudine e il malessere prendono il sopravvento”.

Petra si è fermata qui, nel suo allegato.
È solo una parte dell’introduzione.

Si era chiesta se spedirla o se attenderne il completamento.
Ma non ce l’ha fatta, ad aspettare.
E l’ha inviata, senza neppure rimuovere le frecce e le evidenziazioni.

Ora l’ispettrice si accinge a proseguire.

È semisdraiata sul divano, con il Mac appoggiato alle cosce.
Accanto a lei, sul modernissimo tavolino di cristallo, una tazza di tisana agli agrumi di Sicilia.
Gli aromi dell’arancia, del limone, dell’uva e del karkadè la allontanano da proprio salotto per trasportarla nella terra di Montalbano.

“Sono anni di tensioni politiche, culturali e religiose.
Lo strappo tra la Chiesa cattolica romana corrotta e la nuova visione nordica della religione si inasprisce fino alla Riforma protestante di Martin Lutero.

Siamo alla fine del Medioevo.
Nel 1492 si scopre l’America: nuove rotte commerciali aprono la strada a una ricca borghesia mercantile, che si fa committente di opere d’arte e mecenate di artisti.

Si perfeziona la stampa, che permette la diffusione su larga scala di testi e disegni”.

Petra si ferma un istante per sorseggiare l’infuso.

“Carestie, guerre, epidemie funestano il periodo, impoverendo le classi meno agiate e scatenandone il malcontento.

Sboccia una forte ondata di misticismo, che porta alla nascita di organismi religiosi che interpretano in modo più libero la fede.
Gli ordini mendicanti (Francescani, Domenicani), per esempio, indicano una Chiesa più semplice e democratica.

Ma in questi anni prende piede anche il concetto di diavolo come personificazione del male.
Con esso, si intensifica la persecuzione contro la stregoneria e i suoi seguaci, si diffondono la tortura e la morte al rogo.

SEPARATORE

Iniziano quindi a serpeggiare inquietudini e paure che sfociano in un nuovo millenarismo: il 1500, infatti, è considerato un altro appuntamento con la fine del mondo.

FRECCIA che punta verso il basso

L’ottimismo umanistico naufraga e lascia il posto a una grande frammentazione, soprattutto religiosa: oltre agli ordini monastici, di preti e di suore, riprendono vigore le Confraternite, associazioni spirituali di laici, tutte marcatamente segnate dalla necessità di espiare i propri peccati”.

La donna rilegge il testo, esegue un paio di correzioni, si sgranchisce le spalle.
Poi riprende a scrivere.


Cornelis Cort, Ritratto di Hieronymus Bosch (1550 circa)

“È la metà del Quattrocento.
Hieronymus Bosch, figlio e nipote di artisti probabilmente originari di Aquisgrana, nasce a ’s-Hertogenbosch, una fiorente città dei Paesi Bassi.
Da essa prenderà il proprio pseudonimo.

In quest’area la vita culturale è attiva ed evoluta.
La religiosità è profonda: vi vive infatti una comunità conservatrice raccolta in una confraternita che gravita intorno alla splendida Cattedrale di San Giovanni.

DUE FRECCE, una che punta verso il basso, l’altra rivolta in alto

Questa però è ancora una società che crede alle streghe, ai demoni, all’inferno.
E la fantasia artistica del pittore non può che venirne influenzata”
.

Un accesso di tosse secca e graffiante travolge Petra, interrompendola.
Anche la cefalea tipica del Covid, che le attanaglia la testa come una morsa, la costringe a rallentare.

Inspira un’ultima volta l’aroma della tisana ormai fredda, ne beve un sorso.
Poi raccoglie gli appunti in un pdf, crea l’allegato, inserisce l’indirizzo e l’oggetto.
E preme il tasto di invio.

Ne trova due, di mail, il commissario.
Ha passeggiato a lungo sulla spiaggia di Marinella, e nel frattempo l’ispettore Delicado, facendo uno sforzo titanico, è riuscita a spedire un altro spezzone di appunti.

L’ultimo pdf, più che dell’ambiente e del periodo storico in cui vive, parla del pittore.

“Nulla sappiamo dell’istruzione di Bosch, poco della sua vita.

Si suppone che si sia formato nella bottega di famiglia.
Non risulta che abbia viaggiato, anche se di ciò non esistono prove.
Tuttavia, conosce le opere degli artisti contemporanei.

Confermata da fonti scritte è la sua appartenenza -come gran parte dei concittadini, e grazie al matrimonio con una donna di classe sociale elevata- alla Confraternita di Nostra Diletta Signora, di cui diviene anche “notabile”.
Questa è una congregazione che non si limita alle consuete opere di carità e di devozione, ma organizza rappresentazioni sacre, pubblica libri e apre scuole, una delle quali frequentata da Erasmo da Rotterdam.

Non c’è certezza assoluta, ma è assai probabile che la Confraternita commissioni molti lavori a Bosch, trasformando i suoi dipinti in una sorta di libri illustrati, dai quali la popolazione analfabeta possa trarre lezioni morali.

SEPARATORE

Un uomo conscio della propria peculiarità, che si sente insignito di una missione.
Questo è Hieronymus Bosch.

Ne è la prova la produzione di trittici a soggetto non religioso -per esempio Il Giardino delle delizie- le cui dimensioni lasciano più spazio all’opera e la cui struttura ne esalta la sacralità.


Hieronymus Bosch, Il giardino delle delizie o Il Millennio (1480-1490)

La sua pittura è grafica più che pittorica, bidimensionale piuttosto che tridimensionale.
Una pittura assolutamente indipendente dalle forme artistiche del periodo.

Una rappresentazione in cui figure spesso nude, dalla pelle rosata, si alternano a creature e a piante immaginarie, in situazioni e ambienti spesso improbabili.

Egli trae essenzialmente ispirazione dai Marginalia.
Queste sono creature grottesche, non catalogabili, in parte umane e in parte animalesche.
Si tratta di disegni mostruosi o comici che non solo “illuminano”, ma rendono più comprensibili e spiritosi i manoscritti medievali.
Di esseri ibridi simbolo dell’eterno scontro tra una natura istintiva e incontrollabile, e la cultura dell’uomo.

Ma Bosch si ispira anche ai bestiari, agli erbolari, ai capitelli delle colonne delle magnifiche cattedrali del suo tempo.

E ai proverbi, come ne Il Carro di fieno, simbolo di vacuità e pigrizia.

Hieronymus Bosch è, insomma, un artista originale, immaginifico, misterioso.
Oggi lo definiremmo “creativo”.

Ed è per questo, forse, che -anche dopo secoli- il suo fascino rimane inalterato”.

Hieronymus Bosch, Trittico del Carro di fieno (1516)

È scesa la sera.
Il cielo si è fatto più scuro.

Prima di dedicarsi agli appunti ricevuti, Montalbano rimane per qualche istante sul terrazzo a guardare le onde.

Quando rientra in casa, lentamente si spoglia.
In boxer e maglietta, si stende sul letto, con due cuscini dietro la testa.

Appoggia il computer alle cosce.
Scorre con interesse le note.

Le rilegge tutte, dall’inizio alla fine.

Ma ormai è stanco.
Sente le palpebre divenire più pesanti.
Sì, anche se coinvolto nella lettura, fatica sempre più a concentrarsi.

Allora deposita l’Acer sul cuscino di Livia.
Si sdraia sul fianco.
Appoggia la testa sull’avambraccio.
Chiude gli occhi.

E, immersi in un paesaggio fantastico, tra animali e piante inverosimili, immagina corpi rosati con il volto di Petra.


Questo articolo è ispirato alla lezione dedicata a Hieronymus Bosch, tenuta online da Alessandra Gennaro.


Mi scuso per eventuali errate interpretazioni, scorrettezze, omissioni. E, soprattutto, per le divagazioni frutto della mia fantasia.


Ringrazio Alessandra per le splendide conferenze
.

Grazie anche ad Alicia Giménez Bartlett e al compianto Andrea Camilleri per avermi prestato i loro personaggi.

Le immagini sono tratte da Wikipedia e da eventiatmilano.it, che ringrazio.


LA ZUPPA DI LENTICCHIE

LA ZUPPA DI LENTICCHIE DI ONANO: LA RICETTA ORIGINALE

Lenticchie di Onano: le abbiamo comprate durante il nostro ultimo soggiorno nella meraviogliosa Tuscia. Le abbiamo conservate per Capodanno. Abbiamo scoperto che sono buonissime. Tanto che, anche dopo l'Epifania, le abbiamo utilizzate per quest'ottima zuppa.
Preparazione15 min
Cottura1 h
Tempo totale1 h 15 min
Portata: Zuppa
Cucina: Italiana, Mediterranea
Keyword: lenticchie, patate, pomodoro, zuppa

Ingredienti

  • OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA q.b.
  • AGLIO q.b.
  • 30 g CIPOLLA tritata
  • 100 g CAROTE a pezzetti
  • 100 g PATATE a cubetti
  • 600 g PASSATA DI POMODORO
  • 3 lt ACQUA bollente
  • 20 g DADO VEGETALE Bauer
  • 500 g di LENTICCHIE di Onano
  • SALE
  • PEPERONCINO
  • CROSTINI

Istruzioni

  • PREPARO un soffritto con OLIO, AGLIO, CIPOLLA, CAROTA, PATATE.
  • UNISCO la PASSATA di POMODORO. Lascio insaporire per qualche minuto.
  • AGGIUNGO l'ACQUA bollente e il DADO VEGETALE.
  • UNISCO le LENTICCHIE (non occorre ammollarle) e le faccio bollire a fuoco medio per circa un'ora, mescolando di tanto in tanto. Se necessario, incorporo altra acqua bollente.
  • AGGIUSTO di SALE e aggiungo il PEPERONCINO.
  • SERVO la zuppa con i CROSTINI, irrorata con un filo d'OLIO.

Note

LE LENTICCHIE DI ONANO: La lenticchia di Onano viene coltivata nel comune omonimo, in provincia di Viterbo, e in una ristretta area limitrofa. Questa lenticchia vanta un’antichissima tradizione che risale almeno al XVI secolo e oggi è tutelata dal Piano di Sviluppo Rurale della regione Lazio per la biodiversità vegetale. Già citata nel 1561 negli stati cittadini, vede la sua fama diffondersi dalla metà del XIX secolo. Riconoscimenti in Italia e all’estero si ebbero in diverse esposizioni internazionali: a Roma e a Buenos Aires nel 1910 e a Londra e a Parigi nel 1911, in occasione della III Esposizione Internazionale del Progresso Moderno. (dall’etichetta delle lenticchie Cerqueto) – FONTE: Mi sono ispirata alla ricetta originale delle lenticchie di Onano, commercializzate da cerquetosrl.it, che ringrazio infinitamente. – SE VI È PIACIUTA QUESTA RICETTA, provate anche LA ZUPPA DI PATATE E FAGIOLI ALL’AROMA DI SANTOREGGIA.

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