LA NONNA DI CAPPUCCETTO ROSSO & IL GOULASCH DELLA MIA NONNA, IN VERSIONE AMC, SENZA AGGIUNTA DI GRASSI

Riesce ancora a farmi sorridere, questa favola scritta tanto tempo fa. Ma aveva un epilogo cruento. Oggi però la mia linea editoriale è cambiata: le storie devono assolutamente avere un lieto fine. È nata così una nuova trama, con un finale a sorpresa. Per la gioia mia e del mio nipotino Pietro.

 

DSC_0021_1_600

 

ROSSANA, LA NONNA DI CAPPUCCETTO ROSSO

C’era una volta Rossana, una signora di una certa età, e anche di una certa stazza, che viveva sola al limitare nord del Bosco Nero.
Rossana vestiva sempre di rosso e, nelle stagioni più fredde, indossava una grande mantella dello stesso colore.

Aveva una figlia separata di nome Rossella. Anche Rossella, che portava abitualmente robe manteau rossi, abitava ai margini del Bosco Nero, ma nella parte sud.
La figlia di Rossana viveva con la sua bellissima bambina, Rossina, la quale, manco a dirlo, vestiva un grazioso cappuccio rosso, a causa del quale i compagni di scuola la chiamavano Cappuccetto Rosso.

Un giorno, nonna Rossana decise di andare a trovare l’amata nipotina.
Preparò dei biscotti alla crema, e un salame di cioccolato e nocciole che faceva venire l’acquolina in bocca solo a nominarlo.
Mise tutto in una cesta, indossò la mantella d’ordinanza e si mise in cammino.

Sì, lo so! La figlia Rossella le aveva raccomandato di non passare attraverso il bosco. Anzi, dato che la madre, a causa dell’artrosi, non se la sentiva di allungare la strada girandoci intorno (al bosco), si era addirittura offerta di pagarle il taxi.
Ma nonna Rossana aveva la testa dura, e si incamminò ugualmente per il sentiero.
Naturalmente, lasciando a casa il cellulare.

All’inizio, tutto andò bene: la strada era leggermente in discesa, il sole era alto, la luce filtrava attraverso gli alberi, i piccoli animali del bosco le facevano compagnia.

Verso la metà del pomeriggio, però, la luce nel bosco si affievolí.
Nonna Rossana incominciò ad avere paura.
Si sentiva affaticata e la sua anca sinistra le provocava un dolore lancinante.
Da donna di carattere qual era, però, proseguì sulla sua strada.

Fu comunque felice, quando, poco dopo, incontrò un signore (a dire il vero piuttosto peloso), che si offrì di accompagnarla per parte del tragitto.
A Rossana, egli sembrò molto distinto.
Il fatto, poi, che, sulle mani, mostrasse una peluria grigiastra, la fece sperare che si trattasse di una persona della sua età.
“Chissà, magari, tra noi potrebbe nascere qualcosa…” pensò.

Il signore era molto gentile: spostava i rami che potevano intralciarle il cammino, le porgeva la mano per aiutarla a superare zone impervie o ruscelli, si complimentava continuamente con lei per la sua vitalità.
Dal canto suo, Rossana si mostrò carina e socievole, raccontandogli tutto di sé, della figlia e della nipotina.

Naturalmente, avete tutti capito che, quello che sembrava un signore, era in realtà il lupo (nella fattispecie, un Lupo Grigio).
Che, una volta dimostrata alla nonna la propria affidabilità, le propose di precederla per andare ad avvisare la figlia Rossella del suo arrivo (non dimentichiamo che il cellulare era rimasto sulla consolle di casa).
“Oh, grazie!” cinguettò Rossana “Lei é proprio un gentiluomo! E come è atletico, poi…”.

È così, Lupo Grigio si diresse a passo di jogging in direzione sud, verso la casa di Rossella e di Rossina.

Una volta giunto a destinazione, tirò il cordone rosso del campanello.
Rossella, sempre molto prudente in questi casi, guardò dallo spioncino e non si fidò ad aprire.
Lupo Grigio attese per qualche istante nascosto dietro alle ortensie del giardino e poi suonò nuovamente.
Questa volta, fu Cappuccetto Rosso a chiedere “Chi è?”.
“Sono la nonna Rossana” rispose il lupo imitando la voce femminile.
La sventurata aprì la porta.

In un lampo, Lupo Grigio le saltò addosso, la prese con una zampa per le braccia, con l’altra per i piedi e se la mangiò in un sol boccone.
Le urla di Cappuccetto richiamarono Rossella, che accorse affannata.
“Rossina, Rossina, che cosa succede?”.
No, Rossella non ebbe neppure il tempo di rendersi conto dell’accaduto: il lupo, che nel frattempo si era nascosto sotto la tovaglia bianca e rossa del tavolo da pranzo, saltò su come una molla, la afferrò e la ingoiò tutta intera.

Lupo Grigio, a questo punto, doveva assolutamente travestirsi.
Aveva comunque a disposizione l’armadio a sei ante di Rossella, colmo di robe manteau rossi e di scarpe alla moda.
Scelse un delizioso modello rosso Valentino, longuette e con i bottoni d’oro, e un paio di sontuose décolleté tacco 12 di Louboutin (naturalmente, con la suola rossa).
Indossò il tutto, si mise un velo di rossetto sulle labbra e si guardò allo specchio.
“Niente male!” esclamò e si accinse, così conciato, a riordinare la cucina.

Nel frattempo, Nonna Rossana uscì dal bosco e raggiunse la casa dove abitavano la figlia e Cappuccetto.
Grande fu il suo spavento, trovando spalancato il portoncino rosso del patio.
“Oddio, non sarà successo qualcosa?” gridò.
Altrettanto grande fu il suo sollievo, vedendo Rossella, o chi per essa, indaffarata in cucina.
La osservò attentamente, prima di rivolgerle la parola.
“Che sedere grande hai, figlia mia”.
Preferisco non riportare la risposta…
Il lupo/Rossella incominciò a girarsi verso di lei.
“Che pancia grossa, hai”.
Alla risposta del lupo, che era ormai rivolto completamente verso di lei, vi garantisco che è ancora preferibile il silenzio…
“Che bocca gra…”. La nonna non riuscì nemmeno a completare la frase.
Lupo Grigio, ululando un terrificante “È per mangiarti meglio”, le saltò addosso, pappandosela senza nemmeno masticarla.
Poi, satollo e appesantito dal lauto pasto, si addormentò sul divano (che era rivestito di velluto a rose rosse).

 

DSC_0022_1_600

 

Passava in quel momento da quelle parti un chirurgo appassionato di caccia.
In realtá era Celeste, il fidanzato di Rossella.
Decise di entrare a salutarla, ma si trovò di fronte il lupo che russava come una locomotiva.

Si rese conto immediatamente dell’accaduto, e allora… tirò fuori un coltello (impugnatura rossa, marchio Victorinox), e, con quello, incise con precisione la pancia dell’animale per far uscire le due donne e la piccola Cappuccetto.

“Oh, oh!” canticchiava il chirurgo/cacciatore durante l’intervento.
“Oh, oh!” urlavano di gioia le tre femmine ritornando alla luce.
“Oh, oh!” mugolava il lupo ferito.

Non appena si fu ripresa dallo spavento, Rossana guardò impietosita l’animale: in fin dei conti, era un lupo, e quella era la sua natura.
La donna pregò il chirurgo: “Non farlo morire!”.

Celeste ripensò al giuramento di Ippocrate e decise di accogliere la sua richiesta.
Era un medico scrupoloso, che portava sempre con sé gli attrezzi d

el mestiere: tirò fuori dallo zaino ago e filo per sutura e ricucì diligentemente il ventre ferito.

Non aveva però anestesia.
Rossana cercò di distrarre il paziente raccontandogli una favola.
“La favola del lupo buono” parlava di candide montagne innevate, di vita selvaggia, dell’istinto di questi animali, del fatto che essi non poi erano così cattivi come venivano dipinti.

Il lupo seguì rapito le sue parole.
Ascoltandola, comprese il proprio errore.
Promise che mai più avrebbe aggredito altri esseri viventi.
E per tutta la propria esistenza mantenne la promessa.

Lupo Grigio rimase nella casa ai margini del bosco -accudito da Rossana, da Rossella e da Cappuccetto Rosso- fino a quando la ferita non fu rimarginata.
Erano diventati amici, al punto che, il giorno in cui l’animale si sentì abbastanza forte per tornare a casa, i loro occhi erano velati di tristezza.

Rossana, nel tentativo di risollevare l’ambiente, organizzò una festa.
Invitò Celeste e le vicine di casa (le signore Azzurra, Viola e Rosa).

Impastò una torta.
Mise sul fornello la propria pentola più preziosa. Vi inserì gli ingredienti per ottenere un ottimo spezzatino.

Si trattava di uno spezzatino vegetariano.
Cucinato, naturalmente, in bianco.

 

DSC_0775_1_600

 

IL GOULASCH DELLA NONNA CAROLINA (IN VERSIONE AMC, SENZA AGGIUNTA DI GRASSI)

PREPARAZIONE: 15 min
COTTURA: 2 ore circa
PERSONE: 5-6

CHE COSA SERVE?

  • 1 kg di CARNE di MANZO (girello o spalla) tagliato a cubetti di circa 3-4 cm di lato
  • 500 g di CIPOLLE DORATE
  • 1 piccola CAROTA e un pezzetto di SEDANO (o circa 150 g di MIX per SOFFRITTO Orogel)
  • 2 cucchiaini circa di DADO VEGETALE BIMBY (o circa 2 dadi vegetali)
  • 400 ml di un buon VINO ROSSO
  • 2 cucchiaini di PAPRIKA PICCANTE

COME FACCIO?

  1. PRERISCALDO l'unità di cottura AMC bassa e larga, coperta, fino a che la lancetta non raggiunge il SETTORE CARNE.
  2. SENZA aggiungere condimenti, faccio ROSOLARE la CARNE sigillando i pezzetti su tutti i lati.
  3. UNISCO la CIPOLLA tagliata a rondelle, il MIX per SOFFRITTO (o il SEDANO, la CAROTA tritati) e faccio rosolare ancora.
  4. AGGIUNGO il VINO ROSSO. Cuocio a pentola coperta per circa 15 minuti.
  5. NEL FRATTEMPO, preriscaldo il FORNO (ventilato) a 200°C.
  6. INFORNO e CUOCIO (nella teglia parzialmente coperta con un foglio di alluminio) per circa 1 ora, mescolando ogni 15 minuti.
  7. TRASCORSO questo tempo, passo al SETACCIO il SUGO, unisco la PAPRIKA PICCANTE e mescolo ancora.
  8. CUOCIO per altri 30 minuti circa (sempre parzialmente coperto e mescolando ogni 15 minuti).
  9. SPENGO il FORNO e vi lascio raffreddare il goulasch.
  10. RISCALDO il GOULASCH, lo servo accompagnato da PATATE, POLENTA o RISO BOLLITO.

I MIEI APPUNTI

IL GOULASCH: nato in Ungheria come "zuppa dei mandriani", il GOULASCH (o GULASCH) si è diffuso nell'Europa centrale e centro-orientale oltre oltre che nelle diverse classi sociali come uno "spezzatino" leggermente piccante in quanto aromatizzato con abbondante paprika. - FONTE: la ricetta è, grammo più grammo meno, quella della mia adorata nonna Carolina, che ricordo con infinita nostalgia. - ATTREZZATURA: Ho usato l'unità di cottura bassa e larga della ditta AMC. - FORNO: Quelli indicati nella ricetta sono tempi e temperature di cottura effettivi (la temperatura è stata misurata con termometro a sonda) per il forno Gaggenau; per altri forni, potrebbero essere diversi. Se non indicato diversamente nel testo, la cottura avviene ponendo il cibo al secondo livello del forno, incominciando dal basso.

VI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE...

No Comments