ROSA, ROSAE, ROSAE & LA TORTA DELLE ROSE (AGGIORNAMENTI)
Indisciplinate.
Come al liceo.
Anzi, molto più che liceo.
Chiacchierone.
Rumorose.
In moto perpetuo.
Si intitola Rosa, rosae, rosae: declinare le rose in cucina, questo incontro gastronomico popolato dalle renitenti mie compagne di liceo.
Almeno per me, sarà senz’altro un evento da ricordare.
Alla maturità ero meno agitata di adesso.
Sono cuoche provette: ho il terrore di sfigurare.
Salivazione zero.
E se dimentico i passaggi?
Se sbaglio i movimenti?
Le ragazze arrivano quasi tutte in anticipo.
Io sono ancora in giardino, abbracciata all’alzatina colma di dolcetti a forma di rosa.
Arriva anche Barbara, carica di fiori all’inverosimile.
Non ci vediamo da quarantadue anni.
È un abbraccio speciale, il nostro.
Stretto stretto, denso di affetto e di commozione.
Si parte.
Lo so, lo so, l’organizzazione doveva essere praticamente perfetta: nulla era stato lasciato al caso.
Tavolette di legno per sostenere le brochure, presentazione su schermo, dolci da assaggio già preparati, le mie fidate assistenti a farmi da spalla, tempi rapidissimi e quasi televisivi.
Però, provate voi a tenere un “corso” davanti a una decina di sessantenni che pensano di essere ancora alle superiori.
Davanti a gente combattuta tra il desiderio di seguire la “lezione” e la necessità di commentare, scambiar pareri, far affiorare flashback.
Tenere la disciplina è la cosa più difficile.
Più volte, sono le loro chiacchiere ad avere il sopravvento.
Così, riesco solo in parte a seguire il protocollo che mi ero prefissata.
Ma chissenefrega.
È così bello guardarle e rivedere le ragazze che ancora sono nascoste nel loro cuore.
È gratificante sentirle così vicine -e non solo fisicamente- nel momento in cui, tutte insieme, lasciano il proprio posto per circondarmi e vedere meglio.
E, quando una di loro esclama “Ma quand’è che la Valeria è diventata così?”, raccolgo questa frase che racconta tutta la mia storia e la racchiudo tra i miei ricordi più preziosi.
L’assaggio della TORTA DELLE ROSE, delle ROSE DI MELE e delle ROSE DEL DESERTO AL CACAO sanciscono la fine di questo incontro poco ortodosso ma tanto, tanto coinvolgente.
Con un pizzico di nostalgia, vedo le dieci signore che, una a una, salgono in auto e se ne vanno.
Incomincio a riordinare.
Tutti insieme, vicino alla porta, ci sono i loro regali: vini pregiati, un moscato “rosa”, un grembiule stampato (a rose rosa, naturalmente), meravigliosi mazzi di rose.
Mi fermo a guardarli.
Li accarezzo con la punta delle dita.
Rifletto sul tempo che, le ragazze e io, abbiamo perduto senza frequentarci.
Apprezzo la gioia che proviamo oggi quando stiamo insieme.
Forse doveva andare così.
Eravamo adolescenti acerbe e bisbetiche.
Siamo divenute donne affabili e mature.
Eravamo compagne di scuola.
E siamo diventate amiche.
Ho dedicato questo incontro a tutte le mamme. E alla mia.
CHE COSA SERVE?
- PER LA PASTA:
- 120 g di LATTE
- 2 UOVA
- 50 g di BURRO ammorbidito
- 400 g di FARINA 00
- SALE
- 50 g di ZUCCHERO SEMOLATO
- 10 g di LIEVITO di BIRRA DISIDRATATO
- PER LA CREMA:
- 150 g di BURRO ammorbidito
- 150 g di ZUCCHERO SEMOLATO
COME FACCIO?
- INSERISCO nella macchina del pane, nell'ordine in cui sono citati: il LATTE, le UOVA leggermente sbattute, 50 g di BURRO ammorbidito, la FARINA 00, il SALE, 50 g di ZUCCHERO, il LIEVITO di BIRRA disidratato.
- AZIONO la macchina sul programma DOUGH (impasto + lievitazione).
- FACCIO LIEVITARE nella macchina (minimo 90 minuti, massimo 4 ore).
- PREPARO la FARCITURA: con la frusta elettrica, frullo i 150 g di BURRO con i 150 g di ZUCCHERO. Preferisco non farli montare: mi piace che rimanga la granulosità dello zucchero.
- UNA VOLTA trascorso il tempo di lievitazione, STENDO l'IMPASTO a forma di rettangolo a una lunghezza di 63 cm e a una larghezza di 30 cm. Vi spalmo il RIPIENO di burro e zucchero. ARROTOLO la sfoglia su se stessa lungo il lato maggiore. La TAGLIO in 9 pezzi (uno dovrà essere un po' più grande degli altri).
- APPOGGIO i pezzi verticalmente in una tortiera (NON apribile) rivestita con CARTA FORNO. Il segmento più lungo dovrà essere posizionato nel centro. Copro con PELLICOLA TRASPARENTE, evitando di porre quest'ultima a diretto contatto con il ripieno.
- FACCIO LIEVITARE ancora (minimo 1 ora, massimo 2 ore).
- PRERISCALDO il FORNO (ventilato) a 180°C.
- TRASCORSO il tempo di lievitazione, tolgo la pellicola trasparente, copro il dolce con un foglio di ALLUMINIO forato in centro.
- CUOCIO per 25 minuti coperto, poi tolgo l'alluminio e continuo la cottura per 15 minuti scoperto.
- LA SERVO preferibilmente tiepida.
I MIEI APPUNTI
Pane per i tuoi denti
Valeria De Rossi. Una dentista, una pasticciera, una food blogger. Sono io. Entusiasta di natura, pignola per professione, amo i romanzi ben scritti, il Victoria Peak di Hong Kong, le torte alla mandorla, la mia Nikon e tutti i dispositivi marchiati Apple. I miei difetti? Sono permalosissima e per niente sportiva.
zia consu 30 Maggio 2017 (21:07)
Non stento a credere alla tua emozione dinanzi a tante provette cuoche 🙂 anch’io provo sempre una certa riverenza quando spiego qualche mia ricetta alla mia nonna che della cucina ha fatto la sua vita!
Sono certa che sarà stato emozionante anche per le tue allieve e poi con te il successo è garantito!
Splendida dedica e meravigliosa torta come solo tu sai fare!
Pane per i tuoi denti 1 Giugno 2017 (17:19)
E splendido anche il tuo commento.
Come sempre, del resto!
Sono certa che la tua nonna ti ascolterà estasiata…
Un bacio grande.
Valeria
Renzo Cocco 15 Maggio 2017 (9:35)
Sulla ricetta mi manca la competenza per dare …un giudizio (ma forse sarebbe meglio dire parere) ma sul racconto posso dire che è bellissimo! Il passare del tempo crea la nostalgia per la giovinezza, un tempo felice che sappiamo non può tornare e forse proprio per questo ancora più mitico.
Un abbraccio da un papà.
Pane per i tuoi denti 15 Maggio 2017 (10:27)
Carissimo Renzo,
come sempre, leggo i tuoi commenti con il cuore in gola.
Avrò sbagliato qualcosa?
Il mio racconto sarà insipido?
Come sempre, il cuore invece me lo fai sobbalzare.
Perché il tuo apprezzamento mi rende felice.
E le tue parole sono per me un insegnamento prezioso.
Grazie!
Valeria