LA BEFANA INNAMORATA – IL SEQUEL & LA GINGERBREAD CAKE – TORTA DI PAN DI ZENZERO

No, non voglio. Non voglio disfare l’albero, togliere gli addobbi, spegnere le lucine.
Non voglio che il profumo della cannella e degli agrumi scompaia definitivamente dalla mia casa. Ma non funziona così. Per questo ho deciso di regalarmi un ultimo scampolo di atmosfera natalizia, di impastare una GINGERBREAD CAKE e di raccontare che cosa è accaduto a Befana e Giorgio dopo che la favola de LA BEFANA INNAMORATA si è conclusa…

 

 

LA BEFANA INNAMORATA – IL SEQUEL

Li avevamo lasciati così, a farsi un selfie il giorno dell’Epifania.
Felici, innamorati, quasi belli.

Ebbene, volete saperlo?
Loro due avevano continuato a frequentarsi.

Stavano bene, insieme.
Chiacchieravano, ridevano, condividevano i propri interessi.

Certo, non avevano più l’età per fare i fidanzatini.
Per questo, anziché farsi vedere in giro, ogni tanto andavano a passeggiare nel bosco vicino al magazzino in cui Befana teneva dolci e giocattoli.
Lì, un po’ alla volta, avevano incominciato a tenersi per mano.

Un giorno, in primavera, erano sbucati in una radura verdissima, circondata da alti abeti.
Befana era rimasta incantata.
“Guarda!” aveva esclamato ripetutamente, infervorata come una bambina.
E aveva indicato a Giorgio tutti i particolari che attraevano la sua attenzione: un porcino grassottello, il cielo azzurrissimo, un fiore rosso fiamma, una nuvola a forma di amorino intento a scoccare la propria freccia.

Giorgio l’aveva ascoltata sorridendo.
Poi le si era avvicinato, aveva sollevato delicatamente il suo viso, l’aveva baciata.

Era stato un bacio timidissimo, leggero.
Per Befana, anche il primo.

Quella radura diventò il loro luogo segreto, lo spazio magico dove esistevano solo loro due.
“Costruiamo qui la nostra casa”, si dissero.
Era fatta: quel prato sarebbe diventato il loro futuro.

Mancavano ancora molti mesi al periodo per loro intensissimo delle feste.
Prima di allora avevano il tempo per organizzarsi.

Passarono un giorno intero nella radura, a studiarne le aree più calde e illuminate.
Scattarono foto, la valutarono palmo a palmo.
Alla fine, scelsero la zona più orientale.
“Da qui, tra l’altro” aveva osservato Giorgio “attraverso gli alberi si possono vedere le montagne ammantate di neve”.

La loro casetta doveva essere speciale, dolce come quell’amore un po’ impacciato che li univa.
Decisero che sarebbe stata di pan di zenzero.

Usarono la scopa volante per trasportare i sacchi di iuta ricolmi di farina e di zucchero.
Si procurarono canditi e ghiaccia reale.
Le spezie giocarono loro uno scherzetto: durante il tragitto, sfuggirono in parte alla scatola in cui erano contenute e si sparsero nell’aria, rendendo profumatissima tutta la zona circostante.

“Ci dareste una mano a fare l’impasto?” chiesero agli animaletti che sbucavano col muso curioso dal bosco.
Tutti aderirono entusiasticamente.

I castori scavarono le fondamenta.
Le volpi pesarono gli ingredienti.
Cerbiatti e scoiattoli mescolarono zucchero, uova, aromi, farina e costruirono le pareti.
Per il tetto, intervennero le aquile: con fare maestoso, distribuirono le tegole di biscotto, sovrapponendone accuratamente i bordi.
Poi arrivarono passeri e pettirossi, che usarono canditi e ghiaccia reale per la decorazione.

Befana e Giorgio sovrintendevano all’avanzamento dei lavori e intervenivano con attività di manovalanza.
Ogni tanto, sedevano sull’erba a guardare il cantiere.
“Che meraviglia, che meraviglia”, continuavano a ripetere.
La gioia nell’assistere alla crescita del loro nido d’amore era tutt’uno con l’orgoglio nel vederlo diventare man mano sempre più bello.

Arrivò l’autunno.
Tutto era ormai a posto: la casetta di pan di zenzero era pronta per essere occupata.

Decisero di organizzare una festa per l’inaugurazione.
Avevano invitato tutti.
Non solo gli animaletti del bosco, ma anche Santa Lucia, Babbo Natale e gli elfi colleghi di Giorgio.

L’aria tutto intorno profumava di zenzero, cannella e noce moscata.
Sull’erba della radura, al sole dorato, avevano distribuito -sulle tovaglie rosse ricamate con fiocchi di neve argentati- panettoni, pandori, panforti e ricciarelli: i primi dolci natalizi sfornati dalle pasticcerie per la stagione entrante.

Nei bicchieri rosseggiavano vin brulé e succo di melagrana con frutti di anice stellato.

Babbo Natale impugnò l’ukulele e intonò “Jingle bells”.
Tutti, animaletti compresi, ballarono seguendo il ritmo del suo canto.
Befana, nonostante la stazza, volteggiava tra le braccia del proprio amato.

Scattarono foto e selfie.
Scherzarono tra loro, parlarono a lungo, risero.

Quando venne l’imbrunire, accesero un fuoco.
Sedettero in cerchio, l’uno accanto all’altro per scaldarsi un po’.
Nell’aria, al profumo delle spezie si aggiunse quello familiare del fuoco che ardeva.
“Have yourself a merry little Christmas… Let your heart be light…” cantarono tutti insieme a mezza voce.

Le fiamme si riflettevano sugli addobbi appesi agli abeti tutto intorno alla radura e negli occhi innamorati di Giorgio e Befana.
Il canto durò a lungo, dolce come un Natale.

 

 

Poi, improvvisamente, le voci si spensero e le bocche rimasero spalancate, davanti a due esserini magrissimi e dallo sguardo impaurito appena sbucati dal bosco.
Erano due bimbi bellissimi, nonostante gli abiti stracciati.
Avanzavano a piccoli passi tenendosi per mano.

“Chi siete?”.
“Come vi chiamate?”:
Befana si alzò, si allontanò dal gruppo, andò loro incontro a braccia aperte.

“Siamo Hansel e Gretel”, risposero i due bambini, guardandosi la punta dei piedi.
Befana accarezzava i loro capelli biondi lisci come fili da ricamo e riscaldava i piccoli tra le proprie braccia.

“Da dove venite?”.
“Siamo appena scappati dalla casa di una strega…”.
Gli occhioni azzurrissimi dei bimbi furono attraversati da un’espressione di terrore.

Giorgio comprese immediatamente.
“È vero, non lontano da qui c’è un’altro edificio di pan di zenzero: prima di costruire la nostra casa, ero andato a vederlo insieme a Babbo Natale. Ci abita Griselda, una strega cattiva che rapisce i bambini con l’intento di mangiarli”, esclamò.

Befana abbracciò stretti stretti i bimbi, coprendo loro gli orecchi con i palmi delle mani perché non sentissero le parole del proprio compagno.
Li fece riscaldare avvicinandoli leggermente al fuoco.
Li coprì col proprio scialle.
Fece loro allungare le manine verso il calore della fiamma.

Li rifocillò con dolci, mandorle e nocciole.
Offrì loro, in una tazza bianca con piccoli disegni blu, una bevanda calda che profumava di arancia.

La festa si concluse sulle note di un’ultima canzone, il “Valzer delle candele”.
Tutti si salutarono abbracciandosi con affetto e con l’impegno di rivedersi quanto prima.

I bambini si erano addormentati sull’erba, le testine bionde appoggiate sulle braccia conserte.

Befana e Giorgio riordinarono un po’: misero la spazzatura in uno dei sacchi con cui avevano trasportato la farina, portarono sul lavello fatto di torrone le stoviglie sporche, raccolsero da terra le tovaglie natalizie, spensero accuratamente il fuoco.

Quel momento, Giorgio l’aveva immaginato ben diverso: avrebbe voluto portare in braccio oltre la soglia la sua Befana.
E invece, aiutato da lei, prese in braccio i due bimbi addormentati.

Li portarono dentro la casa di pan di zenzero.
Li misero nel lettone impastato con torta margherita.
Li coprirono con una trapunta imbottita di marshmallow.

Erano già affezionati a quei due bambini dagli occhi immensi.
Si sentivano quasi dei nonni e già pensavano che non avrebbero mai voluto allontanarsi da loro.

Ciononostante, si ripromisero che, all’indomani, avrebbero cercato i genitori delle sfortunate creature.

Ma, intanto, i bimbi erano lì con loro.
Ed era bello pensare di essere una famiglia…

Era tardissimo.
Befana e Giorgio si prepararono a passare la notte sul divano.

Prima di dormire, tornarono a vedere Hansel e Gretel.
Rimasero a lungo così, abbracciati, le due teste vicine, a controllare il respiro dei piccoli.

Ogni tanto, i loro sguardi un po’ lucidi si incrociavano.
Nei loro occhi c’era tanta gioia.
C’erano affetto, dolcezza.
C’era un’immensa tenerezza.

C’era quello che succede negli occhi di tutti i nonni del mondo -veri o casuali che siano- quando si incantano a guardare i nipotini addormentati.

 

 

 

STAMPA LA RICETTA
GINGERBREAD CAKE - TORTA DI PAN DI ZENZERO
Non so dire se questo stampo a casetta io l'abbia acquistato per me o per i miei nipotini... ma il dolce che ne esce piace moltissimo a tutti!
Voti: 1
Valutazione: 4
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Tempo di preparazione 10 MINUTI
Tempo di cottura 70 MINUTI
Porzioni
PORZIONI
Ingredienti
  • 385 g FARINA 00
  • 8 g ZENZERO macinato
  • 4 g CANNELLA
  • 1 g CHIODI di GAROFANO
  • 1 g NOCE MOSCATA
  • 4 g SALE
  • 8 g LIEVITO VANIGLIATO
  • 200 g ZUCCHERO SEMOLATO
  • 125 g ZUCCHERO di CANNA
  • 230 g BURRO ammorbidito
  • 4 UOVA
  • 0,5 g VANILLINA
  • 300 g LATTE
  • ZUCCHERO a VELO per decorare
  • CANDITI a piacere per decorare
Tempo di preparazione 10 MINUTI
Tempo di cottura 70 MINUTI
Porzioni
PORZIONI
Ingredienti
  • 385 g FARINA 00
  • 8 g ZENZERO macinato
  • 4 g CANNELLA
  • 1 g CHIODI di GAROFANO
  • 1 g NOCE MOSCATA
  • 4 g SALE
  • 8 g LIEVITO VANIGLIATO
  • 200 g ZUCCHERO SEMOLATO
  • 125 g ZUCCHERO di CANNA
  • 230 g BURRO ammorbidito
  • 4 UOVA
  • 0,5 g VANILLINA
  • 300 g LATTE
  • ZUCCHERO a VELO per decorare
  • CANDITI a piacere per decorare
Voti: 1
Valutazione: 4
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Istruzioni
  1. PRERISCALDO il FORNO a 165°C (ventilato).
  2. PREPARO gli INGREDIENTI SECCHI: SETACCIO in una ciotola media la FARINA, lo ZENZERO, la CANNELLA, i CHIODI di GAROFANO, la NOCE MOSCATA, il SALE e il LIEVITO VANIGLIATO. Li metto da parte.
  3. NELLA PLANETARIA con la frusta a filo, monto per almeno 5 minuti il BURRO con lo ZUCCHERO SEMOLATO e lo ZUCCHERO di CANNA fino a ottenere una crema spumosa.
  4. AGGIUNGO le UOVA uno alla volta, continuando a montare -almeno due minuti- tra un uovo e il successivo.
  5. UNiSCO la VANILLINA.
  6. RIDUCO la velocità della planetaria, aggiungo a cucchiaiate gli INGREDIENTI SECCHI preparati al punto 2, alternandoli a cucchiate di LATTE e montando a ogni aggiunta.
  7. UNGO con SPRAY STACCANTE l'interno della TEGLIA per Bundt a forma di casetta. Verso a cucchiaiate nello stampo la pastella, avendo cura di farla scorrere sulle pareti e di riempire tutti gli anfratti.
  8. PONGO sulla griglia del FORNO un foglio di carta forno, sovrapponendogli un'ulteriore griglia posta perpendicolarmente. Questo accorgimento impedirà alla teglia di rovesciarsi. METTO nel FORNO lo stampo coperto con alluminio.
  9. CUOCIO per 30 minuti circa, poi tolgo l'alluminio e completo la cottura (in tutto circa 70 minuti). Uno stuzzicadenti di legno inserito in profondità nell'impasto deve uscirne asciutto.
  10. FACCIO raffreddare per 10-15 minuti nella teglia. Tolgo dalla teglia, rovescio su una GRIGLIA e completo il raffreddamento.
  11. DECORO con ZUCCHERO a VELO ed, eventualmente, con CANDITI.
Recipe Notes

GINGERBREAD - PAN DI ZENZERO: Durante le feste natalizie, nei paesi anglosassoni è uso preparare dei biscotti speziati che spesso vengono appesi all'albero di Natale. Nella confezione del mio stampo a casetta, ho trovato questa ricetta di cui ho tradotto il testo in italiano e i volumi in peso. - ROBOT: Ho usato la planetaria KitchenAid, ma questa ricetta può essere eseguita anche con altri robot o a mano. - FORNO: Quelli indicati nella ricetta sono tempi e temperature di cottura effettivi (la temperatura è stata misurata con termometro a sonda) per il forno Gaggenau; per altri forni, potrebbero essere diversi. La cottura avviene ponendo il cibo al secondo livello del forno, incominciando dal basso. - INGREDIENTI: Se non indicato diversamente nel testo, le uova utilizzate sono di misura media e a pasta gialla. - FONTE: Mi sono ispirata alla ricetta dell'azienda Nordic Ware, che ringrazio infinitamente.

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