UN AMORE SOTTO IL TAVOLO & LA PIZZA COTTA SULLA PIETRA REFRATTARIA

Chissenefrega se un tornado è più tranquillo di voi: quando venite a trovarci, per noi nonni è sempre festa.

Incominciamo a entrare in fibrillazione almeno dodici ore prima.
Quando oltrepassate il portoncino, tendiamo l’orecchio: è emozionante sentire il vostro gorgheggio che aumenta di volume man mano che salite le scale.
E poi si va in mansarda: una mansarda abitualmente impeccabile e silenziosa che, con la vostra presenza, si riempie di gridolini, ditate, macchie di pomodoro e allegria.

 

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Da qualche tempo, il sabato sera, la famiglia allargata si riunisce intorno al grande tavolo rettangolare.
Niente di particolare nei piatti e nei bicchieri: pizza fatta in casa, “acquabolle”, le solite torte da credenza della nonna Vale.

Tu, caro Pietro, sei il mio sous chef.
Stendi una pallina di impasto con il piccolo matterello rosso.
Distribuisci sulla salsa di pomodoro le fettine di mozzarella tagliate da nonno Andrea.
I tuoi guanti a quadrettini aprono e chiudono con sicurezza il portellone del forno.

Anche nell’ultimo week end ci siamo riuniti.

A tavola, Pietrino, ci sei rimasto ben poco: dovevi andare su e giù per le scale, giocare con la tua cucinetta e con la ruspa, girare tutto intorno con un mestolo giallo in mano.
Dovevi nasconderti sotto la tavola -tu preferisci chiamarla “la tenda”- e da lì, chiamarci perché ti raggiungessimo.

 

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Un po’ alla volta ci sono finiti tutti, sotto quel tavolo.
Un po’ alla volta tutti se ne sono andati.
Tutti, eccetto la nonna Vale.

Sono rimasta lì sotto con te, a lanciare il coperchio di una pentolino giocattolo come fosse un disco da hockey e a far correre macchinine immaginarie nelle fughe grigie tra le piastrelle del pavimento.

Troppo presto, è arrivato il momento di tornare a casa con la mamma e il papà.

Ero già un po’ triste, quando ti ho annunciato “Dobbiamo andare, amore”.
Quando, per essere più convincente, ho aggiunto “Ho paura a restare qui da sola”, mi assaliva già la nostalgia di lasciarti.

Ma poi tu, sorridendomi, hai ribattuto “Nonna, ci sono io!”.
E tutto si è trasformato in un’immensa tenerezza.

 

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LA PIZZA COTTA SULLA PIETRA REFRATTARIA

PREPARAZIONE + LIEVITAZIONE: 30 min + almeno 4 ore
COTTURA: 7 min
PORZIONI: 4

CHE COSA SERVE?

  • 600 g di FARINA 0
  • 10 g di SALE + un po'
  • 10 g di ZUCCHERO SEMOLATO
  • 10 g di LIEVITO di BIRRA DISIDRATATO
  • 380 g di ACQUA MINERALE non gassata
  • 200 g di SALSA di POMODORO circa (io uso la Passata Verace Cirio)
  • SEMOLA di GRANO DURO per stendere la pasta
  • 250 g di MOZZARELLA circa
  • ORIGANO e/o altre FARCITURE a piacere
  • OLIO EXTRA VERGINE di OLIVA

COME FACCIO?

  1. INSERISCO nel boccale la FARINA, il SALE e lo ZUCCHERO. Li mescolo brevemente con una forchetta.
  2. AGGIUNGO il LIEVITO e mescolo ancora con la forchetta.
  3. UNISCO l'ACQUA MINERALE non gassata e IMPASTO per 3 - 5 minuti a velocità SPIGA.
  4. METTO a LIEVITARE per almeno 4 ore (io la preparo la mattina per la sera), a temperatura ambiente, in un contenitore ermetico ben infarinato, chiuso o coperto con pellicola trasparente.
  5. NEL FRATTEMPO, faccio sobbollire -finché non si addensa- la SALSA di POMODORO con un po' di SALE e una presa di ORIGANO. Inoltre, taglio a fettine la MOZZARELLA e la metto a scolare in un colapasta.
  6. TRASCORSO il tempo di lievitazione, appoggio la PIETRA REFRATTARIA sulla griglia del forno inserita nella fessura più alta e PRERISCALDO il FORNO a 250°C (ventilato). Una volta raggiunta questa temperatura, attendo 15 minuti in modo che la pietra si scaldi completamente e incomincio a preparare, una alla volta, le pizze.
  7. SPOLVERIZZO il piano di lavoro con SEMOLA di GRANO DURO, DIVIDO l'impasto in 4 PARTI e STENDO la prima porzione creando un disco del diametro di circa 20 - 22 cm, con i bordi rialzati.
  8. RACCOLGO il disco di impasto utilizzando la PALETTA ben infarinata con la SEMOLA, vi distribuisco poche cucchiaiate di SALSA di POMODORO che stendo sottile con il dorso di un piccolo mestolo, la MOZZARELLA a fettine, un po' di SALE, una spolverata di ORIGANO ed eventuali farciture.
  9. INFORNO facendo scendere la pizza dalla paletta con l'ausilio di una spatola e cuocio per 5 - 6 minuti.
  10. CONDISCO con un filo d'OLIO EXTRA VERGINE di OLIVA immediatamente prima di servire.

I MIEI APPUNTI

LA PIETRA REFRATTARIA: È un impasto realizzato con materiali che raggiungono temperature elevatissime. Il calore incamerato viene mantenuto costante nel tempo e distribuito al cibo in maniera uniforme. Ho utilizzato la pietra refrattaria prodotta dalla ditta Bialetti. - ROBOT: Ho usato il Bimby/Thermomix, ma questa ricetta può essere realizzata anche con altri robot o a mano. - FORNO: Quelli indicati nella ricetta sono tempi e temperature di cottura indicati dal termostato per il forno Siemens; per altri forni, potrebbero essere diversi. - FONTI: Mi sono ispirata alle indicazioni dei blog Lifferia e Viva la focaccia, che ringrazio. - CONCLUSIONI: La pizza cotta sulla pietra refrattaria è molto simile a quella della pizzeria. Purtroppo, le limitate dimensioni delle pizze costringono chi è addetto alla cottura a un'infornata per ogni commensale.

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4 Comments

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    Mara 31 Ottobre 2019 (22:01)

    Quanta poesia nei tuoi racconti!

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    Andreea 26 Gennaio 2017 (11:43)

    Quando tutti imboccano le maniche per la preparazione della pizza, tutto diventa un gioco nel farla ma un divertimento dopo nel mangiarla. Ha u bel aspetto, e la pizza e sempre la pizza, molto buona in ogni momento della giornata.

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      Pane per i tuoi denti 26 Gennaio 2017 (14:10)

      E se poi la impasti per le persone care…!!!
      Sempre gentilissima, Andreea.
      Un abbraccio.

      Valeria

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