LE PASTEFROLLE DI SANTA LUCIA
Ieri, come d’abitudine, siamo andati (fuori orario) a pranzare al “nostro” bar di Giulietta.
E’ stato bellissimo. Ci sembrava di essere a casa: c’eravamo solo noi e i proprietari con i loro nipotini.
Liliana ha offerto a tutti le pastefrolle, che, per la festa di Santa Lucia, fanno parte della tradizione veronese.
Solo apparentemente quelle di Liliana somigliavano a quelle che si possono trovare in qualsiasi panificio. In realtà, come tutte le sue preparazioni, erano un’esperienza dello spirito…
I bambini le hanno chiesto la ricetta, così Liliana ha spiegato a tutti il suo segreto.
LE PASTEFROLLE
QUALI SONO GLI INGREDIENTI?
500 gr. di farina
250 gr. di burro
150 gr. di zucchero
1 uovo
un pizzico di sale
1/2 bustina di lievito vanigliato
la buccia grattugiata di un limone
zucchero a velo per guarnire
COME SI PREPARANO?
Setacciate la farina e il lievito per dolci.
Impastate velocemente tutti gli ingredienti (eccetto lo zucchero a velo), in modo da non riscaldarli troppo con le mani.
Con l’impasto formate una palla, copritela con pellicola e mettetela a riposare in frigo per circa trenta minuti.
Togliete l’impasto dal frigo, attendete qualche istante, stendetelo con un matterello.
Ritagliate i biscotti di Santa Lucia con gli appositi stampini.
Mettete le pastefrolle su una teglia coperta di carta forno, avendo cura di non avvicinarle troppo tra loro.
Cuocete a 150-160°C per circa mezz’ora.
Toglietele dal forno, lasciatele raffreddare e copritele con abbondante zucchero a velo.
QUAL E’ IL SEGRETO?
Il trucco è la minor quantità di zucchero rispetto alla ricetta originale, per compensare il “surplus” di dolce dato dallo zucchero a velo.
E la (minima) lievitazione che rende le pastefrolle meno dure di quelle tradizionali.
E adesso… buona Santa Lucia!!!
Pane per i tuoi denti
Valeria De Rossi. Una dentista, una pasticciera, una food blogger. Sono io. Entusiasta di natura, pignola per professione, amo i romanzi ben scritti, il Victoria Peak di Hong Kong, le torte alla mandorla, la mia Nikon e tutti i dispositivi marchiati Apple. I miei difetti? Sono permalosissima e per niente sportiva.
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Eccomi qui. Scusate la latitanza, ma questo per me è un periodo che somiglia a un frullatore, ma di quelli potenti come il Bimby. La mia professione mi travolge, non ho più tempo per me. Mi sono però regalata qualche giorno di ferie a casa, per studiare in autonomia alcuni argomenti che mi intrigavano: tra questi, l'iconografia e l'iconologia. Condivido con voi alcune parti che ho trovato interessanti. E la ricetta -naturalmente superveloce- dei peperoni in agrodolce.
Ti chiedi se fosse folle, maniaco o fatto di qualche sostanza psicotropa. Comunque vada, lui -Hieronymus Bosch- ti lascia senza fiato.
Ancora una volta, ve lo "racconto" attraverso Salvo Montalbano e -forse- Petra Delicado. Ma è ancora più interessante se spiegato da Alessandra Gennaro nei suoi webinARTE.
Salvo Montalbano e Petra Delicado: siamo già al terzo episodio, e la situazione incomincia a farsi pepata.
Tra l'altro, si scopre che Petra è iscritta a una serie di webinar dedicati all'arte. Saranno mica quelli della Ale?
I nuovi "appunti raccontati" sono dedicati a Hieronymus Bosch. E accompagnati dalla ricetta della zuppa di lenticchie come la fanno nella Tuscia.
È scattato qualcosa, tra quei due.
Qualcosa di speciale, che li calamita l’uno verso l’altro.
Qualcosa che li intimorisce.
E così, eccoli di nuovo qui, il commissario Salvo Montalbano e l’ispettore Petra Delicado.
Questa volta impegnati a investigare sul Gotico Internazionale e su Antonio di Puccio Pisano detto il Pisanello.
Chissà, magari potrebbero partecipare anche loro agli splendidi WebinARTE di Alessandra Gennaro…
Immagino che tutti conoscano il commissario Montalbano e Livia, la storica fidanzata genovese.
Per questo, ho scelto lui -in trasferta culturale- quale protagonista del racconto dedicato alla Superba città ligure.
Avevo già in mente la trama, i luoghi, le persone.
E invece, nella narrazione, è inaspettatamente comparsa come un ciclone Petra Delicado, ispettore di polizia, donna affascinante e indipendente...
Carlo Crivelli, un artista affascinante e inquietante, che vale la pena di incontrare.
E Le girelle con i pomodorini alla calabrese da una brillante idea del Paffu.
Ricordare il papà attraverso la bellezza di opere immortali. E dedicargli una ricetta antica ispirata ai racconti della Bibbia...
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E sì, la similitudine tra il drappo rosso del Caravaggio e il tovagliolo nella foto della scarola con i pomodorini secchi è assolutamente volontaria.
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