LA PEARA’
Piatto povero, fatto in origine con gli avanzi di pane, è la salsa tipica di Verona.
Viene servita con bolliti, cotechino, salsa verde, mostarda.
Un tempo si metteva anche midollo di bue: dopo l’epidemia della “Mucca pazza”, però, quasi nessuno lo usa più… Come è andato in disuso l’utilizzo di pentole di coccio, che facilmente fanno “attaccare” la pearà.
Regina della pearà era la mia bisnonna Albina, che sosteneva “Perché sia buona, ci vogliono tanto formaggio e ancor più butirro!”.
Nella foto, la pearà della nonna Mina.
LA PEARA’
QUALI SONO GLI INGREDIENTI?
Circa 2 litri di brodo (quello di carne, non di dado!)
Circa 500 gr. di pane (pasta dura, essiccato per una settimana all’interno di un sacchetto di carta, grattugiato grossolanamente)
Circa 150 gr. di parmigiano grattugiato
Circa 150 gr. di burro
Sale
Pepe (tantissimo! Per questo si chiama “pearà”, che significa “pepata”)
I “circa” sono d’obbligo, dato che la consistenza della pearà cambia a seconda di diverse variabili, in particolare del tipo di pane utilizzato.
COME SI PREPARA?
Mettere a bollire il brodo, aggiungere a pioggia pane, parmigiano, burro, sale e una parte del pepe.
Amalgamare il tutto con una frusta: deve raggiungere la consistenza della polenta.
Lasciar sobbollire per almeno due ore e mezzo, senza mescolare. Evitare tentativi di cottura con la pentola a pressione per accelerare il processo: proprio non funziona!!!
Alla fine, aggiustare di sale e aggiungere ancora abbondante pepe: deve risultare… “pearà”!!!
Avete visitato il mio sito www.drvaleriaderossi.it ?
Pane per i tuoi denti
Valeria De Rossi. Una dentista, una pasticciera, una food blogger. Sono io. Entusiasta di natura, pignola per professione, amo i romanzi ben scritti, il Victoria Peak di Hong Kong, le torte alla mandorla, la mia Nikon e tutti i dispositivi marchiati Apple. I miei difetti? Sono permalosissima e per niente sportiva.
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Eccomi qui. Scusate la latitanza, ma questo per me è un periodo che somiglia a un frullatore, ma di quelli potenti come il Bimby. La mia professione mi travolge, non ho più tempo per me. Mi sono però regalata qualche giorno di ferie a casa, per studiare in autonomia alcuni argomenti che mi intrigavano: tra questi, l'iconografia e l'iconologia. Condivido con voi alcune parti che ho trovato interessanti. E la ricetta -naturalmente superveloce- dei peperoni in agrodolce.
Ti chiedi se fosse folle, maniaco o fatto di qualche sostanza psicotropa. Comunque vada, lui -Hieronymus Bosch- ti lascia senza fiato.
Ancora una volta, ve lo "racconto" attraverso Salvo Montalbano e -forse- Petra Delicado. Ma è ancora più interessante se spiegato da Alessandra Gennaro nei suoi webinARTE.
Salvo Montalbano e Petra Delicado: siamo già al terzo episodio, e la situazione incomincia a farsi pepata.
Tra l'altro, si scopre che Petra è iscritta a una serie di webinar dedicati all'arte. Saranno mica quelli della Ale?
I nuovi "appunti raccontati" sono dedicati a Hieronymus Bosch. E accompagnati dalla ricetta della zuppa di lenticchie come la fanno nella Tuscia.
È scattato qualcosa, tra quei due.
Qualcosa di speciale, che li calamita l’uno verso l’altro.
Qualcosa che li intimorisce.
E così, eccoli di nuovo qui, il commissario Salvo Montalbano e l’ispettore Petra Delicado.
Questa volta impegnati a investigare sul Gotico Internazionale e su Antonio di Puccio Pisano detto il Pisanello.
Chissà, magari potrebbero partecipare anche loro agli splendidi WebinARTE di Alessandra Gennaro…
Immagino che tutti conoscano il commissario Montalbano e Livia, la storica fidanzata genovese.
Per questo, ho scelto lui -in trasferta culturale- quale protagonista del racconto dedicato alla Superba città ligure.
Avevo già in mente la trama, i luoghi, le persone.
E invece, nella narrazione, è inaspettatamente comparsa come un ciclone Petra Delicado, ispettore di polizia, donna affascinante e indipendente...
Carlo Crivelli, un artista affascinante e inquietante, che vale la pena di incontrare.
E Le girelle con i pomodorini alla calabrese da una brillante idea del Paffu.
Ricordare il papà attraverso la bellezza di opere immortali. E dedicargli una ricetta antica ispirata ai racconti della Bibbia...
Visita alla National Gallery di Londra, naturalmente accompagnati da Alessandra Gennaro. E una chicca veneta: il broccolo fiolaro di Creazzo.
C'è una mostra, a Roma, che proprio non posso perdere: Caravaggio e Artemisia, la sfida di Giuditta. Mi sono fatta raccontare la vicenda dall'ancella Abra. E, adesso, non vedo l'ora di trovarmi faccia a faccia con l'eroina biblica.
E sì, la similitudine tra il drappo rosso del Caravaggio e il tovagliolo nella foto della scarola con i pomodorini secchi è assolutamente volontaria.
Una visita notturna alla mostra milanese sul Realismo Magico, nei panni delle due donne forse più affascinanti che siano state ritratte nel secolo scorso.
Barbara 3 Ottobre 2020 (18:18)
Domani preparo sig Valeria tutto bene ❤️❤️❤️❤️
Pane per i tuoi denti 3 Ottobre 2020 (20:45)
Aspetto il Suo parere, cara Barbara!
Un abbraccio.
Valeria
Barbara cenci 2 Ottobre 2020 (11:53)
Domenica provooo
mara 3 Giugno 2019 (19:14)
Anche la pearà, come la torta russa, la torta di rose e tante altre cose buone, le ho mangiate taaaanti anni fa per la prima volta a casa di una mia cara amica della provincia veronese, A Ronco all’Adige. Tutto quello che preparavano ora delizioso e cucinato con molta cura, con ingredienti di qualità come i capponi, le quaglie e le uova provenienti dal loro orto. Grazie a loro ho conosciuto questi piatti speciali che mi sono rimasti impressi nella memoria. E la torta di rose è da allora la mia torta preferita e grazie alla quale sono arrivata alla scoperta di questo splendidissimo blog!
Pane per i tuoi denti 4 Giugno 2019 (10:43)
La ricetta della pearà è quella della mia mamma, che cucinava pochissimo, ma questa salsa la faceva gran bene!
Grazie ancora!
Valeria