UN AROMA CHE RIPORTA ALL’INFANZIA: LA GEMMA DI ARTEMISIA

“Il sistema limbico è la parte più profonda e più antica del cervello umano, quella correlata agli odori e alle emozioni legate ai ricordi. E’ grazie a questa struttura che i profumi ci possono riportare indietro nel tempo”.
Così, più o meno, incominciava la mia tesi di laurea.
Ieri ho avuto la prova che questa affermazione non era una baggianata.
E adesso vi spiego perché.

Chiara, una mia carissima paziente appassionata di cucina, mi ha regalato una pianta di artemisia, raccomandandomi di usarne le foglie per fare una torta.

L’artemisia, recita Wikipedia, è una piccola pianta erbacea medicinale utilizzata per la preparazione dell’assenzio e del vermut.
Le foglie sono profumatissime e di sapore amarognolo.
Dalle nostre parti, viene detta erba madre o erba amara, e utilizzata per fare frittelle o frittate.

I ricordi della mia infanzia relativi a questo sapore non erano del tutto positivi (si sa, ai piccoli l’amaro non piace).
Per questo, ho rinviato per settimane la preparazione di questa torta.
Mia mamma, però, non ha desistito, e mi ha ricordato quotidianamente l’impegno che mi ero presa con lei: una ricetta a base di erba madre.

Ieri, finalmente, mi sono decisa.
E l’aroma di questo dolce mi ha proiettata in tempo reale nella mia infanzia.

Non riesco a risalire all’occasione specifica, ma sicuramente ho assaggiato l’erba madre a Lumini, un paesino sperduto sul monte Baldo.
Mio fratello e io ci andavamo da piccoli, ospiti della famiglia di quella che oggi si definirebbe “la nostra colf”.

Lumini era indietro di almeno vent’anni, rispetto a Verona città.
E parlo del 1965…
Nelle case del suddetto paesino non arrivava l’acqua: la si andava a prendere, con il secchio di rame, alla fontana della piazza.
Non c’era, naturalmente, il riscaldamento: nelle fresche sere estive (altitudine circa 700 m), le lenzuola venivano intiepidite con lo scaldin inserito del preo.

Di quei soggiorni ricordo la luce, nei prati verdissimi e ripidi, durante la raccolta del fieno.
Ricordo le corse con gli amici, su e giù per il paese, con le calzine impolverate arrotolate alla caviglia.
Ricordo i fori del pavimento di legno, attraverso i quali si vedeva la cantina.
E i fori sul tetto, che, durante i temporali, facevano filtrare la pioggia. Costringendoci a dormire circondati da pentole che, rumorosamente, fungevano da raccoglitori. A volte, anche protetti dall’ombrello.

Le porte erano sempre aperte, a Lumini, ed era normale entrare in casa d’altri senza suonare il campanello (che probabilmente non esisteva).

Era altrettanto normale, per noi bambini, andare senza permesso nelle altrui soffitte a mangiare ciliegie (solo dopo una solenne ramanzina mi sono resa conto che non era il caso…).

Di Lumini, ricordo la piazza triangolare non ancora asfaltata.
La corriera (azzurra?) che arrancava strombazzando lungo i tornanti.
La chiesa e lo sguardo arcigno del parroco.
Il negozietto di alimentari nella via laterale.
Il bar con i bulli del paese e i terrificanti “Boeri”, incartati con carta rossa e ripieni di liquore.

Mamma mia! Credevo di averle rimosse tutte, queste immagini.
E, invece, eccole qui, vividissime.

Riaffiorate grazie al mio sistema limbico e all’aroma di un dolce che ho impastato con un’erba passata di moda.

 

“LA GEMMA DI ARTEMISIA”
(ho usato la planetaria KitchenAid; la temperatura di cottura si riferisce al mio nuovo forno Gaggenau, nel quale ho cotto questa torta; la base è la Torta allo Yogurt di Nigella Lawson; ringrazio il ristorante “Le gemme di artemisia” di Albisano – Verona – al quale mi sono ispirata per il nome di questo dolce)

CHE COSA SERVE?

– 3 UOVA
– 125 gr. di YOGURT bianco
– 2 cucchiai di LATTE
– 250 gr. di ZUCCHERO
– 150 ml. di OLIO di RISO
– la BUCCIA grattugiata di 1/2 LIMONE
– 125 gr. di FARINA 00
– 125 gr. di AMIDO di FRUMENTO
– SALE
– 40 g di FOGLIE di ARTEMISIA
– 1 bustina di LIEVITO VANIGLIATO
– ZUCCHERO a VELO per guarnire

COME FACCIO?

1. PRERISCALDO il forno (ventilato) a 165°C (temperatura per forno Gaggenau).

2. MONTO A NEVE le 3 chiare d’UOVO.

3. FRULLO bene lo YOGURT con i TUORLI, il LATTE e lo ZUCCHERO.

4. UNISCO l’OLIO, la buccia grattugiata del LIMONE e frullo ancora.

5. AGGIUNGO un po’ alla volta, sempre mescolando e dopo averli setacciati, la FARINA, l’AMIDO DI FRUMENTO, il SALE, le foglie di ARTEMISIA grossolanamente tagliuzzate e, solo alla fine, il LIEVITO VANIGLIATO.

6. UNISCO infine gli ALBUMI montati a neve e MESCOLO delicatamente con una spatola in silicone, muovendola dal basso verso l’alto.

7. VERSO l’impasto in una TORTIERA del diametro di 24 cm, imburrata e infarinata o spruzzata con spray staccante.

8. CUOCIO per 50 minuti, o fino a quando il cake tester o uno stuzzicadenti, inseriti nella torta, ne usciranno puliti.

9. LASCIO RAFFREDDARE per 10 minuti il dolce sopra una griglia, lasciandolo nello stampo.

10. ROVESCIO la torta sulla griglia e la faccio raffreddare completamente, prima di servirla (sempre rovesciata) su un piatto da portata, spolverizzata con ZUCCHERO a VELO.

SODDISFAZIONE *****     PAZIENZA **

Avete visitato il mio sito www.drvaleriaderossi.it ?

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13 Comments

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    Mara 19 Giugno 2019 (19:56)

    Grazie Valeria, la botanica che è in me è una curiosa… un bacio

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    mara 6 Giugno 2019 (18:52)

    Grazie Valeria, in realtà neppure io friggo volentieri, forse 5-6 volte all’anno qualche acciuga o triglietta che trovo al mercato. Anche io avrei optato per la versione “torta”! Però mi fa piacere sapere che si tratta di frittelle tipiche della tua zona. Se ti capita di scoprirlo per curiosità mia mi piacerebbe sapere il nome esatto della specie, di artemisie ce ne sono tantissime!
    Grazie ancora! Foto splendide, come tutto del resto.

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      Pane per i tuoi denti 17 Giugno 2019 (16:23)

      Scusa il ritardo, carissima Mara!
      Sto tentando di risponderti via iPhone, ma non è detto che ci riesca.

      Prometto che cercherò di scoprire quale tipo di artemisia si utilizza a Verona.

      Un bacione.

      Valeria

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    Mara 2 Giugno 2019 (14:54)

    Valeria, come fai a scrivere così bene? Pensa che io a malapena riesco a scrivere un commento che mi soddisfi…
    Quando ci parli dei tuoi nipotini, di tuo padre, di una amica, della tua avventura a La Cucina Italiana… ogni volta è una emozione profonda! Grazie!

    Riguardo alla erba che hai utilizzato, non so se sai che anche l’assenzio è una Artemisia (A. absintium) che, essendo amarissimo, in casa mia si usava in piccolissime dosi nelle tisane digestive. Molto tempo fa e forse propio su un numero de La Cucina Italiana lessi di una ricetta di frittelle di erba amara che mi intrigó molto, chissà se riesco a ritrovarla…
    Un saluto affettuoso

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      Pane per i tuoi denti 2 Giugno 2019 (19:53)

      Carissima Mara, ma così mi commuovi!!!

      Sapevo dell’assenzio.
      Qui a Verona le frittelle con l’erba amara sono una tradizione, ma io non amo friggere: per questo mi sono buttata sulla torta.
      Se vuoi, posso chiedere ad amiche appassionate di cucina tradizionale se possono insegnarmi come farle.

      Quanto alla ricetta de La Cucina Italiana, ho provato a cercartela online, purtroppo senza risultato.

      Ti abbraccio forte.
      Grazie di esistere.

      Valeria

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    andreea manoliu 18 Giugno 2015 (12:08)

    Sembra così soffice ed invitante che mi vien voglia di prendere quella fetta golosa. Non sapevo che si possono usare queste erbe anche per i dolci, anche se a me piace sbizzarrirmi e fare delle prove varie, non in questo momento quando il forno è dal tecnico. Complimenti è venuta molto bene !
    Felice giornata

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    paola 18 Giugno 2015 (20:02)

    fantastico questo post,l'ho letto tutto d'un fiato e adesso mi sento la testa libera,vuota non riesco a scrivere e a ricordare come si scrivono le parole,che bello,grazie cara

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    consuelo tognetti 18 Giugno 2015 (21:06)

    Ma che bellissimi ricordi..ho fatto lo stesso viaggio quando ho ritrovato la ricetta dei befanini di mia zia. Ci sono profumi e sapori che non abbandoneremo mai, ci accompagneranno x sempre e arricchiranno il nostro futuro. Sarei davvero curiosa di assaggiare quella fetta perfetta in foto 🙂 Buona serata carissima e a presto <3

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    Pane per i tuoi denti 19 Giugno 2015 (14:25)

    Non parlarmi di forno, cara!!!
    Il mio precedente, che era fantastico, ha smesso di funzionare con la consueta precisione.
    L'ho fatto vedere da due tecnici, senza risultato.
    A questo punto ho sostituito il forno, ma le cotture che mi dava il primo me le sogno!
    Ti auguro di cuore di essere più fortunata di me…
    Un bacione.

    Valeria

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    Pane per i tuoi denti 19 Giugno 2015 (14:26)

    Grazie!!!
    Sono solo ricordi d'infanzia, ma è stato bello ritrovarli nel cuore…
    Un abbraccio.

    Valeria

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    Pane per i tuoi denti 19 Giugno 2015 (14:38)

    I BEFANINI???
    Li ho visti sul tuo blog: devono essere favolosi!
    Voglio provare a farli anch'io, anche se a me non faranno lo stesso effetto… ci vuole quel quid che solo tu, in questo caso, puoi avere.
    Ti mando un bacione grossissimo.

    Valeria

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    Yoanna 26 Giugno 2015 (11:18)

    Nice blog!

    http://www.aboutfoood.com

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    Pane per i tuoi denti 28 Giugno 2015 (15:27)

    Thank you!!!

    Valeria